Altresì numerose sono le nature morte che omaggiano anche maestri del Rinascimento (Leonardo) o del barocco (il Caravaggio). Il procedimento è complesso: propone un curioso corto circuito visivo fra pittura e fotografia. Vidoni utilizza riproduzioni fotografiche in bianco e nero di dipinti. appartenenti alla storia dell’arte. Le opere riprodotta nella sua interezza oppure in alcuni particolari vengono utilizzate per fare da sfondo alla costruzione di composizioni “classiche” che richiamano modelli consolidati del genere “natura morta” all’interno della storia dell’arte. Bottiglie, bicchieri, frutti, pesci, pezzi di pane… sono “messi in posa” accostandoli però ad elementi oggettuali che appartengono alla modernità, alla quotidianità contemporanea come ad esempio le lattine di Coca Cola. La composizione così fisicamente costruita viene poi fotografata, rigorosamente in bianco e nero, ottenendo una stampa finale che già in questo stadio può apparire opera conclusa. Tuttavia Vidoni non si accontenta e interviene con la pittura sulla stampa fotografica. Il colore è usato ora in trasparenza (lasciando intravvedere gli oggetti riprodotti fotograficamente che si ritrovano “acquerellati”), ora in maniera totalmente coprente. Alcune volte le pennellate circondano un elemento della fotografia di partenza che viene annegato nel colore senza esserne toccato, lasciandolo leggermente acquerellato oppure  integro nella sua intima natura di fotografia monocromatica.  Il risultato finale è paradossalmente pittorico ed  esteticamente degno di nota..