Parimenti si nutre delle suggestioni dell’Arte Simbolista. Il fantastico, il meraviglioso e l’elemento onirico ricorrono in tutta la produzione artistica di Bruno Vidoni, sia in campo pittorico sia nell’ambito fotografico.
Lumache, chiocciole e nautili marini sono figure ricorrenti nell’arte vidoniana: nei dipinti e disegni realizzati negli anni settanta vengono trasfigurate in esseri mostruosi a volte tentacolari. Creature marine di un passato lontano sono inserite in modo straniante in surreali paesaggi desertici, quali custodi di metafisiche città abbandonate/perdute. Nude veneri che inneggiano alle figure femminili di Félix Labisse, convivono nei paesaggi insieme a stranianti cavalieri e vuote armature.
Che Howard Phillips Lovecraft (1890-1937), scrittori statunitense capace come pochi altri di influenzare l’immaginario fantastico contemporaneo, avesse direttamente alimentato anche molte elucubrazioni artistiche di Bruno Vidoni è invece rimasta cosa ipotizzata ma non provata sino al 2015. Nel corso dell’attività di ricognizione e riordino delle carte vidoniane, vennero rinvenuti due finti codici medievali, un bestiario e un grimorio, rilegati in pelle, miniati e illustrati. Realizzati dall’artista centese negli ultimi anni di vita, sono giunti a noi in forma ancora incompleta. Questi lavori sono esemplificativi della capacità vidoniana di amalgamare tra loro elementi provenienti da opere diverse, trasfigurandole in nuove e originali creazioni. Ora, proprio il grimorio è un dichiarato esplicito omaggio allo scrittore statunitense H.P. Lovecraft. Questa scoperta ha consentito di ricondurre nel solco delle influenze lovecraftiane anche altre opere dai contenuti orrorifici realizzate negli anni settanta.