Progettandolo come si trattasse di un dossier dei servizi segreti, Vidoni costruì un fascicolo contenente le foto segnaletiche dei membri della cellula eversiva, i loro spostamenti (notevoli le immagini dell’arrivo in aereoporto), una sequenza fotografica dove la terrorista Arianna era impegnata in una compravendita illegale di armi, con tanto di cattura e uccisione di una spia. Ancora, compaiono nel dossier i piani operativi del gruppo terroristico e alcuni scatti di rivendicazione degli attentati. 

Il clima sociale di quegli anni, segnati da reali terribili vicende terroristiche, ne sconsigliò però l’esposizione e la pubblicazione. Il filo di Arianna venne chiuso in un cassetto e solo nel 2011, a dieci anni dalla morte dell’autore, trovò parziale esposizione all’interno di una ampia retrospettiva dedicata all’artista centese (Le inattendibilità del vero, Rocca di Cento) . Uno studio più approfondito di questo materiale risale invece al 2018, allorché fu esposto a Bologna in una retrospettiva che la  rivista “Witness Journal” dedicò ai finti fotoreportage dell’artista centese.