La sequenza venne girata a Cento, città natale di Vidoni, e quale raccordo narrativo vennero recuperate alcune fotografie che l’artista centese aveva scattato nel corso di un precedente viaggio in Spagna.
Nel costruire la sequenza Vidoni trasse ispirazione dalla poesia Lamento per la morte di Ignacio Sanchez Mejìas, composta nel 1934 da Federico Garcia Lorca, e doveva certamente avere presente anche il celebre reportage spagnolo di William Eugene Smith, Spanish Village (1951).
Le immagini esplicitavano alcuni indizi che avrebbero consentito di identificare l’impostura, come ad esempio l’uso del grandangolo: è assai inverosimile che un fotografo potesse aggirarsi liberamente all’interno dell’arena pochi istanti dopo la morte del torero, immortalando dettagli ad effetto ripresi da brevissima distanza. Le spie più decifrabili dell’impostura sono però le immagini sacre, realizzate dallo stesso Vidoni, dinnanzi alle quali si raccoglie in preghiera il torero. Si tratta infatti di icone greco-ortodosse, non afferenti all’iconografia della cattolicissima Spagna.